Sul ponte interrogativo tutti ballano  / libro / recensioni e interviste 

 

 

                                                                                                                                                                                                                  

Callout 1:   l ' intervista radiofonica         di 
FLAVIA  WEISGHIZZI

  

Trascrizione della radio intervista di  Flavia Weisghizzi  all'interno del programma  La luna e i falò  su  Nuova spazio radio,  del 19.07.07

Lettura dell’ Incipit di Rossettina e gli altri

F: Silvana Buonasera e Benvenuta alla Luna e i falò

S: Grazie , buonasera

F: Silvana , il tema di questa sera è il dubbio e l’interrogativo e mi sembra che il tuo libro, sia proprio, calzi a pennello riguardo a questo. Qual’è il valore del dubbio e dell’interrogativo e che cos’è il  ponte interrogativo?

S: Ah sì, il valore del dubbio… il dubbio è una posizione, un modo di porsi verso gli altri e in questo senso è anche un modo di raccontare e diciamo in questa serie di racconti attraversa tutti i personaggi di cui io ho parlato… questi racconti ruotano tutti intorno al punto interrogativo che è visto anche come una posizione di avvicinamento, di ponte, qualcosa che ci avvicina alla superficie e che ci permette di vedere meglio, di scorgere anche qualcosa di più rispetto alla profondità…

F: Quindi un punto diventa un ponte, un modo di approcciarsi agli altri?

S: Ah si, certo certo, gli altri che sono diversi da noi e quindi che comunque ci pongono dei problemi, appunto, ogni volta che entriamo in contatto… Il discorso, tra l’altro, del diverso da noi  è un discorso che attraversa, comunque, tutti i racconti, racconti che sono stati scritti negli anni novanta, diciamo dalla metà degli anni novanta,  anni in cui tra l’altro la comunicazione in Italia, iniziava ad essere, rispetto ad una liberalizzazione, a portare molta più confusione di quanta  ce ne fosse in precedenza. E quindi, il discorso di andare a vedere oltre la superficie, oltre  i modi di dire, ecc. è qualcosa che comunque mi interessava particolarmente.

F: tu hai parlato prima del diverso, chi è questo diverso? Nel senso che nella tua raccolta il diverso riveste… molti diversi, diciamo così, vi è lo straniero, vi è l’emarginato, mai vi è anche semplicemente colui che ha fatto delle scelte differenti e, chi è insomma, quest’uomo, questa entità?...

S: Si, insomma, in un certo senso, tutti i racconti alludono un po’ allo stesso punto, cioè, ognuno di noi fondamentalmente si sente diverso rispetto agli altri e quindi la diversità è qualcosa che ci distingue, che comunque rende anche, in un certo senso, difficile il rapporto con gli altri, per questo, ogni volta che noi abbiamo un contatto con una persona, con un personaggio, come nel caso dei racconti, ogni volta si deve fare uno sforzo, superare… sono tra l’altro persone comuni, ecc. che parlano anche in un modo abbastanza comune, quindi ogni volta si deve fare uno sforzo e superare il modo di dire, la frase fatta e quindi andare un po’ a vedere la profondità, cosa nasconde e quindi svelare qualcosa dell’interiorità di queste persone e al tempo stesso è, diciamo, una posizione di dialogo, non è una posizione da superiore a inferiore, è comunque qualcosa, ci si pone sempre diciamo un po’ alla pari, per cui si impara, ciascuno impara dall’altro, no? e quindi scopre qualcosa di sé.

F: Questo sicuramente e è anche bello vedere come sono gli occhi di una bambina, questa Rossettina, che spesso ci portano proprio a capire quello che noi non riusciamo a vedere nella nostra ottica di adulti, insomma…

S: Sì, si certo, per quanto riguarda Rossettina… è una bambina che scopre il mondo quasi come se,   come se in un certo senso prendesse un po’ il proprio destino nelle mani, nelle proprie mani, no? Come se da sola cercasse di orientarsi nel mondo, e quindi facendosi largo… molto importante è in questo caso il rapporto con la televisione,  quindi facendosi largo tra tanti modi di dire che sente e che a volte può prendere alla lettera no?, e quindi interpretarli in un modo molto più radicale…

F: Silvana, io ti ringrazio molto di essere stata con noi e di averci raccontato di questo ponte interrogativo, ti auguro in bocca al lupo per tutto e .. buona serata, buon proseguimento di serata.

S: Grazie, grazie a tutti.

   

  

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