LE STATUE MOVIBILI... E PARLANTI

 

                                        CELIMONTANA JAZZ FESTIVAL

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                

 LE STATUE MOVIBILI                                                                              Vai alle altre photo dell'evento

     Le statue movibili... e parlanti / M. Prati, R. Nicolini, Contrabbanda                                                                       

 

   Marilù Prati e Renato Nicolini, e i loro siparietti: movimenti di una partitura che tra paradossi, ironica leggerezza e musiche scanzonate fa riflettere su temi impegnativi e colti. La storia, i luoghi della storia, simboli che cambiano destinazione come il vento a testimonianza di alterne fortune; storia vista al personale dalle statue, che si allarga, lascia spazio alle suggestioni degli scrittori: dei viaggi di fantasia o dei viaggi reali, luoghi e testimonianze che dal passato arrivano fino a noi.

   Di scena le statue parlanti. I protagonisti- autori, lo anticipano nell’intervista video a grande schermo, personale testimonianza, prima di prendere posto in carne ed ossa sulla scena. In realtà  Le statue movibili ( titolo da una commedia di Petito), la Villa sul colle Celio, un tempo sede della collezione di Ciriaco Mattei, ne ha viste tante venire ed andare. Un antico obelisco, che risale all’epoca di Ramsete II, impersonato da Nicolini,  e una Marilù Prati cariatide, raccontano le vicende che li hanno collocati, all’interno di questo giardino. Le statue ci parlano delle effimere vicende umane che in quanto statue, fatte di pietra e marmo, hanno visto e superato, non senza portarne il segno. Al tempo di Cola Di Rienzo, per esempio, l’obelisco, simbolo della Roma antica, fu eretto in Campidoglio, per essere detronizzato col ripristino del potere papale.

   Poi altri siparietti, separati e colorati dalla musica della Contrabbanda. Le statue e la voce di scrittori che hanno visitati la città: una gigantesca marmorea Giunone che viene dissotterrata dal giardino della villa di un ricco, indolente proprietario che se ne innamora ( da H. James); una statua ancora da scolpire ha per modello un giovane romano, che pare un fauno tornato dal tempo e da selve mitiche ( da H. Awthorne). E poi ancora, il diario di viaggio di Melville che detesta il Colosseo, e ama le meno celebri Terme di Caracalla. I luoghi e gli edifici del potere cedono il passo ai misteri di una città più antica, popolare.

   Spettacolo ben recitato dalla Prati ( lavorò, tra l’altro, con Eduardo) e da Nicolini, che è ricordato come inventore dell’ Estate Romana; musicato dalla Contrabbanda di Luciano Russo. Solo fiati e percussioni, come per le bande  a cui nel nome si ispira. Il gruppo ha proposto brani eterogenei; musica leggera, jazz, colonne sonore di film, da Celentano a Nino Rota, a Gershwin.

 

Silvana Matozza, Guido Bonacci

Photo e articolo pubblicati in Vespertilla. Periodico di cultura e spettacolo – Anno III  n° 5 Settembre/ Ottobre 2006

 

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