Natalino 25, The Three of Light / Singing in the club. Photo Impressionijazz

ALBERO / GRATTACIELO

 

Natalino 25,  The tree of light

 Piazza di Spagna. 

Singing in the club, Istituto Shenker

 

L’albero di natale evoca emozioni intime, ricordi d’infanzia, senso di mistero, doni. Nelle piazze, invece, piante giganti troneggiano, con luminarie spettacolari, diventano oggetto sociale, punto di incontro collettivo, ma nella ricerca del sempre più grande e del sempre più adorno, hanno  forse qualcosa di pesante, eccessivo. Ricordano quei brutti grattacieli che però, non c’è dubbio, sono proprio alti, tanto alti! In piazza di Spagna un alberello fatto d’uno speciale materiale sintetico,  perspex, illuminato dall’interno come un’insegna pubblicitaria, diviso a sezioni circolari, con immagini stilizzate, icone dai colori puri, solidi e vivaci, è la rilettura che Marco Lodola dà di una tradizione e di una festa.

Titolo della scultura Natalino 25, the tree of light, che l’Istituto Shenker  ha offerto alla città. Tra i soggetti rappresentati: un dolce, un pallone, una spiaggia, gambe di donna, un bacio, una nota musicale, una coppia che danza;  è tutto un mondo di desideri, di cose semplici e buone. Sulla punta una colomba rappresenta la pace. Non è semplice e buona anche la pace?

La poetica di Lodola è aliena da visioni apocalittiche e pulsioni autodistruttive. Arte di vita, si inserisce in piazze, scenografie di spettacoli, copertine di libri e dischi. L’attitudine a  semplificare le forme e marcare le linee che fu di Matisse ( soprattutto, quello dei papiers découpés) uno degli artisti cui Lodola esplicitamente fa riferimento. L’altro è il futurista Depero. Del Nuovo Futurismo, Lodola, all’inizio degli anni ’80 è stato tra i fondatori.

Quasi di fronte, al primo piano di uno stabile, poco evidente,  Singing in the club: piccola esposizione di altri suoi lavori,  figurette senza volto, box di luce, musica, musicisti, club,  simboli  di cuori e disincanto, leggerezza  di forme. Nel catalogo commenti da parte di amici: scrittori, giornalisti,  musicisti. In tono scherzoso e affettuoso Renzo Arbore avrebbe voluto chiamare l’albero Natalino otto, in omaggio al primo swing italiano. Di giorno si nota appena, troppo presi tra il traffico dei consumi, moda e altra moda, di notte la fa da padrone, conquista indiscusso la scena, le sue figurette di luce attirano. Non suona, ma la sua voce forse canterebbe il jazz.

 

Silvana Matozza, Guido Bonacci

 

Articolo pubblicati in Vespertilla. Periodico di cultura e spettacolo – Anno IV n°1 - Gennaio/ Febbraio 2007

 

 

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