ANCHE IL JAZZ HA LA SUA CASA 

     

     Dopo letteratura, cinema, teatro, architettura,  gusto, anche il jazz ha la sua casa.  

     Imponente, arioso parco polifunzionale aperto alla città, punto di incontro e  riferimento per pubblico e musicisti. Luogo di memoria che guarda al futuro,  risponde all'interesse crescente che la scena romana esprime verso questo genere musicale. Il jazz si è fatto largo, da cultura di nicchia, in club pionieristici ( come l'Alexander Platz ), passando per  Villa Celimontana, fino alle attuali e sempre più frequenti  aperture di  spazi live nei clubs, o nella programmazione di strutture quali Auditorium Parco della Musica, Auditorium Pio, nei festivals, nelle piazze dell'estate romana.

     Esemplare modello di riqualificazione di beni sottratti alla malavita organizzata. Villa Osio, (Arturo Osio, fondatore della BNL), stile neoclassico e neorinascimentale, del '38, di Cesare Pascoletti ( allievo del Piacentini) era passata a Nicoletti, cassiere della banda della Magliana. All'ingresso del Parco una stele  ricorda vittime della mafia. L'intervento di recupero messo in atto dal Comune di Roma è durato tre anni. Nell'edificio principale: sala-concerti,  archivio informatico multimediale, emeroteca,  book-shop. Nel secondo: sala registrazione e foresteria. Nel terzo, ristorante. Intorno 2500 mq di parco, attrezzati per musica all'aperto.

     Una Casa  che si prefigge di  valorizzare la cultura del jazz,  conservando e fornendo documentazione per studio, favorendo l'approfondimento con stage, seminari con musicisti ed esperti del settore, fornendo spazi per prove, registrazioni, divulgando, creando occasioni di maggiore visibilità per il jazz italiano, presentando concerti dal dixieland alle avanguardie. Interagisce con le altre "case"; nell'immediato la collaborazione con il festival delle letterature.

Vespertilla ha chiesto un parere al sassofonista Stefano Di Battista, l'impressione di un addetto ai lavori che ha seguito da vicino la nascita di questo luogo, dove sarà   possibile vivere la cultura jazzistica in tutti i suoi aspetti.                                                

  STEFANO DI BATTISTA. Foto Impressionijazz  Di Battista: E' una cosa incredibile. Luogo d'arrivo ma anche di partenza. I musicisti potranno partire da Roma e dall'Italia con un'altra credibilità… Mi levo anche gli occhiali, guardate… ( toglie gli occhiali da sole). E' un posto meraviglioso: non credo che esista nel mondo una cosa analoga.

 

   V.: Un'occasione importante  per il jazz italiano?

   Di B.: Occasione importante è quella in cui si riuniranno tanti musicisti che non suonano insieme da tanto tempo: Paolo Fresu, Dino Piana, Roberto Gatto, Danilo Rea, io stesso. Sarà un luogo dove vedremo forse per la prima volta,  bambini che s'avvicineranno al jazz, concerti,  gruppi di lavoro. Si cercherà, immagino e voglio sperare, di rimettere insieme  tanti musicisti che fino ad oggi si erano persi. Questo è l'importante!

 

   V.: E anche un rapporto con le arti visive?

   Di B.: Sì, ci sarà un legame forte con la casa del cinema; si potranno creare dei gruppi di lavoro tra jazzisti, compositori, cineasti: una grande opportunità, molto bella. Speriamo che tutto ciò accada!

 

 

Silvana Matozza, Guido Bonacci

 

Articolo e photo  pubblicate su" Vespertilla"- Rivista mensile di cultura e spettacolo- Anno II  n° 8 - Luglio 2005

 

                                                                                                                 Foto del Parco nella giornata dell'ottavo Compleanno della Casa del Jazz    Qui

                                                                                                                                                                                                                                                  

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