Impressioni Jazz                              " Sing for Darfur "      (2008) di  Johan Kramer                          Recensione             

 

PER NON DIMENTICARE IL DARFUR

                         Sing for Darfur (2008) di Johan Kramer. Impressioni Jazz recensione

SING FOR DARFUR

 

In una Barcellona frenetica, frettolosa e distratta personaggi si incontrano o si scontrano casualmente; è un carosello da far girare la testa. Lo spettatore può assistere a tutto questo, al disordinato concatenarsi degli eventi, dalla propria postazione di osservatore privilegiato.

Una turista che viene scippata al suo arrivo in città, un affarista malavitoso che invia il suo tirapiedi a reperire un  ambito biglietto, un occupatissimo manager che conversa con il tassista circa i problemi del mondo globalizzato, e altre storie. Generici discorsi per convenzionali rapporti umani. Poco in comune tra  tutti costoro, ciascuno affaccendato nei fatti propri. Li unisce il filo  molto tenue di un tema comune: il grande concerto che si terrà in serata, in favore della popolazione del Darfur. Biglietti rubati o acquistati a peso d’oro, e ancora tante chiacchiere superficiali. Cos’è mai  questo Darfur? Chi avrà ragione laggiù, chi invece torto, e perché  poi dovrebbe importarcene qualcosa? Ma l’evento mondano è sicuramente un must da non mancare… 

Johan Kramer, il regista di " Sing for Darfur ". Impressioni Jazz recensioni Primo lungometraggio di fiction, del documentarista olandese Johan Kramer, dal montaggio virtuoso e acrobatico, dalle inquadrature strette a seguire i movimenti al pervasivo ritmo dell’elettro-funky. Delle immagini sgranate in bianco e nero, nella memoria, restano braccia, gambe, arti in azione, molto più che le espressioni anonime dei visi, o i dialoghi fatui. Una critica, senza affondare, a una  civiltà occidentale distratta, che fatica a commuoversi e a partecipare alle tragedie dei poveri, degli altri. E insieme un appello indiretto a parlare di una guerra dimenticata. O un invito a fermarsi un attimo, magari per scoprire che anche dietro l’angolo, in una  Barcellona “sparita” c’è un momento alto di poesia. L’apparizione  fellinianamente onirica  di un’anziana donna che alla finestra, ogni notte a mezzanotte, leva il suo personale canto alla luna, nostalgia di un amore lontano, forse perduto. Presentato in apertura dell’ottava edizione del Riff, Sing for Darfur  ha contestualmente ricevuto il premio New Vision, per l’impegno creativo nella cinematografia indipendente. Un’opera no-profit, i cui proventi saranno devoluti a  registi sudanesi per progetti di sensibilizzazione contro le atrocità che avvengono nel Darfur.

 

Silvana Matozza, Guido Bonacci

 

Articolo pubblicato sulla rivista di cultura e spettacolo Vespertilla, anno VI   n° 2 -  Marzo/Aprile  2009  

 

 

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