Impressioni Jazz " O'Horten " (2007) di Bent Hamer Recensione
NELLA NORVEGIA DI ODD, CONTROCORRENTE, VERSO L’IMPREVISTO
O'HORTEN
Bent Hamer è regista di tempi dilati e silenzi dell’anima, musica dell’uomo che incontra l’altro e conosce sé stesso, poesia di un quotidiano impalpabile che non conosce banalità, perché ogni momento è importante, vivo, quasi magico nel suo far parte del mistero della vita, e sempre imprevedibile nel suo svolgersi. Perché immancabilmente una porta si apre di fronte a chi è in cerca di sé stesso. E quando la si vede tutto il peso della realtà, quella con la erre maiuscola si fa da parte, scostato col semplice gesto di un dito, al pari di un moscerino che disturba la vita. Così in Eggs o nello splendido Kitchen stories, nel boukowskiano Factotum. E di nuovo in O’Horten, suo ultimo lavoro, in cui ritorna l’amata Norvegia, e l’anziano come protagonista privilegiato. E’ la storia di Odd Horten (l’imperturbabile bravissimo Bard Owe), un sessantasettenne macchinista ferroviere che è arrivato al giorno del suo pensionamento. Ovvero, di una fine che è un inizio, di un equilibrio che si rompe e che diventa occasione per vivere in un altro modo, per sperimentare cose che non aveva mai avuto il coraggio d’affrontare, per farne di nuove, impensate. Da una vita di routine, stessa rotta Oslo-Bergen giorno dopo giorno, tra i confinati spazi casa - cabina di guida – camera a pensione, ad un tempo per sé, per guardarsi intorno, su un campo visivo in cui il mondo irrompe disponendolo alle molteplici possibilità… e di nuovo gli incontri. Basta un piccolo contrattempo, un portone che non riesce ad aprire, una direzione che cambia… ed entrerà in case sconosciute, in cui c’è qualcuno che ha bisogno di lui, un bambino solo, un eccentrico anziano alla soglia della vita, e ciascuno a sua volta, come sotterranea empatia, suggerisce tasselli al filo invisibile dei suoi pensieri, dei suoi bisogni. Mentre misterioso rimane il legame degli esseri umani tra di loro. E con la natura. Dal lungo inverno innevato verso l’estate, l’uomo Odd intraprende il suo cammino, con un nuovo compagno per amico, e un amore in attesa. Un film di sfumature e dettagli sui piccoli grandi fatti della vita, smagliante fotografia (John Christian Rosenlund), presentato a Un certain reguard, Cannes 2008, da un regista sempre controcorrente, multipremiato, di cui la rassegna romana Luci d’inverno, ha presentato la retrospettiva.
Silvana Matozza
Articolo pubblicato sulla rivista di cultura e spettacolo Vespertilla, anno VI n° 6 - Novembre/Dicembre 2009