Impressioni Jazz                          " Bombòn - El perro " (2004)          di  Carlos Sorin Recensione              logo Impressioni Jazz 

             A FIUTO ON THE ROAD

  Juan Villegas e il dogo argentino Bombòn.  BOMBÓN – EL PERRO  

Un caso esemplare e un paese esemplare. L’Argentina, là dove il tempo ristagna, nelle brulle distese della Patagonia, in cui tra vento e polvere, solo le trivelle non si fermano mai. Un’immobilità quasi altmaniana, ma più rassegnata, priva di tensione da tempo sospeso. Perché qui, nel paese delle privatizzazioni, in cui oltre il 60% della popolazione vive sotto il livello di povertà e la denutrizione è una delle maggiori cause di mortalità infantile, è duro resistere, conservare la propria dignità, e andare avanti. Come per Juan Villegas, ultracinquantenne neo disoccupato, con alle spalle una storia lavorativa da manuale neo liberista. La stazione di servizio dove lavorava da oltre vent’anni licenzia e  chiude, la nuova proprietà  modernizza, amplia e riapre  ma per lui,  di nuovo,  in luogo del suo vecchio posto di lavoro c’è tanto posto libero in mezzo alla strada. Quella desolata che inizierà a percorrere sul proprio furgoncino,  provando a vendere i coltelli dai manici di legno da lui stesso scolpiti con passione,  che da inizio al film.

   una scena di "Bombon- El Perro" (2004) di Carlos SorinJuan Villegas nel ruolo di Juan Villegas in" Bombon - El perro " (2004)il dogo Bombon e Juan Villegas Una scena del film di Carlos Sorin," Bombon - El perro " (2004).una scena di "Bombon - El perro" (2004)

Un on the road nella crisi,  di resistenza,  con attenzione all’altro che incontra sulla propria strada, con rispetto, senso di fratellanza, e istinto che, a fiuto,  si ferma o  tira dritto… Storia minimalista che nell’azione punta al gesto, allo sguardo che svela. Filosofia e scelta esplicitata dallo stesso Sorin che dopo l’esperienza di spot pubblicitari con persone reali, e come nel suo precedente Piccole storie, prosegue in un cinema di confine, tra documentario e fiction. Con non attori, persone semplici che nell’immediatezza del linguaggio del corpo sanno  far brillare momenti di verità. Mentre una regia  in sapiente alternanza tra primi piani e campi medi,  sottolinea e da  respiro, senza mollare mai  E crea emozioni. Juan Villegas nel ruolo di Juan Villegas, faccia gentile e parlante ( un lieve spostamento d’occhi basta a  palesare la profondità d’una concatenazione di pensieri), rimane indimenticabile. Individuo solo e solidale il cui  profondo senso morale ed etico  non indietreggia neanche quando di fronte a lui non c’è che un…cane. Il tenero BOMBON, dogo argentino dal pedigree illustre, co-protagonista e augurale dono, che tutti vorrebbero avere ( e non solo nel film!), ricevuto in cambio di un servigio. Un diverso sguardo su America latina – povertà - cani, oltre l’ambiente violento dei combattimenti visto in altri film, che  svela un intero mondo, un business appena più soft, quello dei concorsi e della sfilate. E un sodalizio uomo – cane, già presente nel cinema di Carlos Sorin, che qui si fa più stretto, sorta di intesa, comprensione amicale,  concreta chance di lavoro che restituisce fiducia, addolcisce il senso di precarietà e indeterminatezza  che accompagna  sulla strada, quando si deve confidare nella  buona ventura. Lievi e particolarmente in sinergia le musiche di Nicolàs Sorin.  Premio Fipresci del festival di San Sebastiàn.           

                  photo del regista argentino Carlos Sorin El perro Bombon e Jauan Villegas (pic)   l'affiche del film Premio Fipresci del festival di San Sebastiàn la locandina del film di Carlos Sorin            

 Silvana Matozza

Articolo pubblicato sulla rivista di cultura e spettacolo Vespertilla, anno IV   n° 4 - Settembre/Ottobre 2007

          

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