Impressioni Jazz        " Basilicata coast to coast"     (2010)  di    Rocco Papaleo                        Recensione             

                                                     LENTO PEDE, ON THE ROAD IN JAZZlogo Impressioni Jazz

Lento pede, on the road in jazz

BASILICATA COAST TO COAST

Maratea/Scanzano. Ovvero, il coast to coast di un neo gruppo di stralunati amici legati dalla passione per la musica, che s’incammino in terra lucana, a piedi, con un asinello, per andare ad esibirsi al Festival del teatro-canzone di Scanzano Jonico. Capitanati da un istrionico ma misuratissimo Rocco Papaleo, professione insegnante, che li ha convinti a fare le prove lungo il percorso. E il tutto ripreso da un’insofferente nonché bravissima Giovanna Mezzogiorno, giocoforza approntatasi video maker per una TV locale. Ovviamente,  non sarà un classico isolamento creativo,  piuttosto un tuffo rigeneratore, nelle pieghe della geografia di un territorio, della sua gente e della sua cultura. Tra paesi silenziosi, serate rilassate, personaggi imprevedibili e circostanze paradossali (teneramente poetico quel brindisi ad Aliano, in omaggio a Levi e Volontè; seppur con la citazione mancata di Francesco Rosi che quel Cristo si è fermato ad Eboli lo portò sullo schermo!). Pochi giorni importanti, che scorrono in un’atmosfera di scioltezza, che bendispone verso sé stessi e verso gli altri, conciliando alla vita. Il tono giusto per dei personaggi che si sono presi tempo, ciascuno a modo proprio; come Franco (Max Gazzè), per un dolore a lungo trattenuto e in attesa del momento liberatorio che naturalmente sgorga e sana; come Nicola, per trovare la forza di buttarsi nella mischia ed esporsi infine per qualcosa che sta a cuore, o Tropea Limongi (Giovanna Mezzogiorno), per intravedere un’alternativa da un tipo di vita che svuota più che dare soddisfazione; o Rocco Santamaria (Alesssandro Gassman) riscoprire il valore di una vera amicizia, o Salvatore (Paolo Briguglia) dell’intesa di un incontro di una notte… Così il viaggio diventa occasione e si fa terapeutico. Riassestamento sui tre tempi, passato, presente e futuro, tra i luoghi fisici della memoria e nella riscoperta di sé, e dell’altro. Lento pede, come l’asinello, il silente compagno che trascinando il suo carretto carico (metafora d’altrettanti carichi individuali?), si inerpica tra aspre rocce o discende dirupi, mentre il paesaggio si apre alla sua sintetica bellezza. Il giusto set interiore  per le prove dei nostri musicisti alla ricerca di origini, in connubio con la natura, con la musica di quella terra. Dove il jazz, oltre che suonato nei piccoli  paesi, nelle serate alla Jazz e cocomero, evoca antiche e lontane comunanze. Sottile e indimenticabile la scena dello sgangherato caravan serraglio che discende e s’inoltra nella boscaglia perdendosi alla vista, mentre il pensiero corre di colpo verso ombrosità d’altri sentieri, all’America, agli afroamericani… Con l’indispensabile complicità  suggestiva di una Rita Marcotulli di grande bravura (Nastro d’argento per la colonna sonora).

Scelta e taglio delle inquadrature, modalità di riprese, sceneggiatura (Valter Lupo), che  oculatamente dissemina pensieri-tracce di concetti, ecc., tutto si tiene dando spontaneità e corpo a uno stile scanzonato – impegnato  in sintonia con lo scalcinato gruppo di improvvisatori, che possono anche mancare una meta ma non il viaggio. Dove il vero collante-valore diventa l’amicizia e la passione per una vita in cui credere.

Un’opera prima originale e poetica, venata di un autobiografismo che si allarga alla coralità. Premiato all’Ischia film fest 2010.

 

 Silvana Matozza

19.04.'11

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