Impressioni Jazz      " Be calm & count to seven " (2008)             di  Ramtin Lavafipour                   Recensione               

RONALDINHO E’ OLTRE QUEL MARE…                                                                                                  logo Impressioni Jazz                          

Hedayat Hashemi andOmid Abdollahi ( as Motu) in BE CALM & COUNT TO 7 (2008) di Ramtin Lavafipour                                                                                                                                                                                

         BE CALM & COUNT TO SEVEN

 

Un attacco da mozzafiato, montaggio rapido e turbinoso, perizia e equilibrismi, per una scena di grande impatto visivo, tra colori splendenti e concitato sfrecciare di barche che fendono il mare, al comando di uomini intrepidi che suggeriscono avventura. E ancora tante corse, via terra, di donne in chador e ragazzini, all’impazzata, finché ogni pacco non arriva al riparo, tra le mura domestiche. E’ la nuova vita da contrabbandieri, fatta di bottini conquistati con sprezzo del pericolo, dagli alimenti all’elettronica, che danno da vivere a un desolato villaggio iraniano di pescatori in un isola  del golfo persico. Ma il film d’azione finisce qui. Poi c’è lo stallo, i tempi morti dell’attesa. Dell’uomo di mezz’età (Hedayat Hashemi) che  trasporta la merce con l’auto e  vorrebbe avere più soldi per raggiungere la propria donna lontana, o di Motu (Omid Abdollahi), il ragazzino che ha perduto il padre in mare e non dispera di ritrovarlo, mentre intanto mantiene la madre incinta e la sorella. L’amicizia tra i due si svilupperà  fuori dai canoni classici adulto- bambino, solidarietà fra colleghi di sventure. E aspirazioni ad una vita diversa, ricerca di affetti lontani che si scontra con la miseria, l’appiattimento di una esistenza senza respiro. Vite precarie in cerca di un altrove, che avvicini a una  fortuna che può arrivare. Quotidiane frustrazioni a cui è la città a fare da contraltare, con le luminose trasparenze degli oggetti sotto i riflettori dei moderni centri commerciali, in cui comprare una maglietta di Ronaldinho e poter sognare… Scintillio di una modernità all’occidentale che si contrappone come un abbaglio, alla vastità e alla forza di una natura avvolgente, che impregna gli occhi ma non nutre più (fotografia di Reza Teymouri).  Anche il mare  diventa pericoloso e ostile in un orizzonte non più condiviso. Armonie spezzate che solo una figura femminile sembra ancora conservare, dedicando tempo per ascoltare la natura, per offrire le proprie cure. Scompare un mondo antico mentre il nuovo ha il respiro corto  dei soldi, unico parametro per esistenze infelici. Ma la terra, le rocce e il mare sono sempre lì, con le loro leggi…

RAMTIN LAVAFIPOUR. regista ( photo)Scritto, diretto e montato dal documentarista iraniano Ramtin Lavafipour, il film fonde fiction e documentario, in un delicato e  appassionante affresco su una dimensione umana e collettiva. Lungometraggio vincitore del film festival di Rotterdam e Menzione speciale al Riff 2009.

 

Silvana Matozza

Articolo pubblicato sulla rivista di cultura e spettacolo Vespertilla, anno VI   n° 2 -  Marzo/Aprile  2009  

 

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