Impressioni Jazz                          " 3, 2, 1 ?  " (2008) di  Roya e Alka Sadat                    Recensione             

 

BABY SPOSE CASALINGHE REALMENTE DISPERATE, AD HERAT                        logo Impressioni Jazz

  3,2,1? (2008), il documentario di Roya e Alka Sadat  “ 3,2,1? ”

 

E’ tutto un mondo al femminile, oscurato e separato, quello in cui Roya ed Alka, trasportano lo spettatore spalancando le porte dell’ ospedale di Herat, reparto ustionati. Sorta di luogo di cura- evasione dove adolescenti degenti, per lo più vendute in sposa dai propri genitori ad uomini anziani, sostano leccandosi le ferite,  prima di ritornarsene risanate nel buio delle loro case. Da quei mariti che nel documentario non si vedono mai, eppure sono sempre presenti, con le conseguenze dei loro atti; tracce marchiate a fuoco sui corpi martoriati delle loro giovani mogli, sotto l’infinità di bende che ricopre ma non cancella. Braccia, gambe, interi corpi e volti, occhi persi nell’ottundente penombra dell’ affollato spazio ospedaliero, piani di una ripresa asciutta come le domande che puntano dritte all’essenziale, senza intenerire. E le donne si fidano. Le storie escono fuori da sole, più o meno simili, fatte di violenze  per futili motivi, di pranzi non ancora pronti  e di sigarette spente sulle braccia, di benzina rovesciata addosso: può capitare di bruciare, o di darsi fuoco da sole pur di interrompere un incubo dal quale la fuga non è prevista. Incubo privato in cui la legge entra ben poco, spiegherà poi Roya durante l’incontro col pubblico, dopo la proiezione di “ 3, 2,1?”, nella sede di Stampa libera romana. Ed è il tema dei diritti, appunto, l’altro aspetto estremamente interessante di questo video-documentario che, pur nella limitatezza di mezzi tecnici, economici e tra difficoltà d’ogni genere, dai permessi per entrare a filmare alle minacce, le due sorelle afgane non hanno rinunciato ad affrontare. Per quel mondo incolpevole di mogli baby e casalinghe, queste sì realmente disperate che nulla hanno in comune con le più famose e gettonate Desperate Housewives della middle class americana.  Roya e Alka sono due ragazze apertamente schierate a favore di peace keeping, che sentono come sola garanzia e speranza per andare oltre l’involuzione del periodo talebano ( in Afganistan una moglie può trovarsi divorziata a sua insaputa...) in un paese, oggi, diviso e a rischio di guerra civile. Alka, appassionata del documentario e Roya della fiction, vogliono continuare a comunicare: nel linguaggio più immediato per arrivare al maggior numero di donne in un paese col 87% di analfabetismo, anche se i cinema sono pochi e e pochissime le donne che vi entrano. “ Il sogno di Roya ed Alka”è un progetto solidale di Noi donne, che raccogliendo fondi in Italia ha consegnato loro la dotazione tecnica essenziale per una piccola e autonoma casa di produzione in Afganistan. Una sorta di factory delle donne afgane dove lavorare, acquisire professionalità e confrontarsi. Il prossimo film delle due coraggiose sorelle Sadat, dopo le baby spose, sarà un documentario sulla vendita di bambini nelle zone franche di confine col Pakistan, altro antidoto alla miseria con effetti per le vittime forse anche più devastanti.

 

Silvana Matozza

 

Articolo pubblicato sulla rivista di cultura e spettacolo Vespertilla, anno V   n° 4 -  Settembre/Ottobre  2008 

 

 

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